La storia di Cico

DiSimona Butò

La storia di Cico

Erano quindici giorni che non ricapitavo da queste parti. “Queste parti”… potrei proprio dire “le mie parti”. So bene che gli altri gatti mi reputano un po’ il boss del quartiere:, si può dire che mi rispettino, se non proprio che mi temano. So bene che nessuno di loro si azzarderebbe ad iniziare ad affondare il muso nella ciotola, che Manuela riempie ogni giorno per tutti, se prima non ho iniziato a mangiare io. Le so, tutte queste cose.. e devo dire che un po’ mi facevano anche piacere. Ma, negli ultimi tempi, era più una maschera che la mia reale natura. Chi ha mai detto che essere indipendenti impedisce di affezionarsi? Chi ha mai sostenuto che affezionarsi è sintomo di debolezza? Io. Io, lo dicevo. Prima di capitare in questo cortile. Prima di giocare a fare il generale con tutti. Manuela capì subito che era solo un gioco, infatti, il mio. Mi piacciono gli umani, quando sono intelligenti con noi animali, cioè quando ci rispettano per quello che siamo. Manuela mi piace. E anche quel suo cane, Skully.
Sono appunto quindici giorni che non “esco” con loro, durante il loro giro serale. Io li seguo, di solito, da pochi passi; svolto dove loro svoltano; mi fermo e gironzolo attorno, quando il cane deve fare.. be’.. ciò che deve fare.. Loro sanno che ci sono, e a me piace la loro compagnia. Chi l’ha mai detto, che i gatti – specie i ‘randagi di lunga data’ come me – fuggono la compagnia? E torniamo al discorso di prima: dipende dalla compagnia.. semplice, no?
Eccoli, quei due. Stanno rientrando. Skully ha gli occhi brillanti come sempre. Chissà che cosa mi dirà Manuela, quando mi rivedrà.. Non volevo stare lontano così tanto, di solito rientravo ogni sera o quasi. Però questa volta non ce l’ho fatta. A dire la verità, credo di non farcela nemmeno ad andare loro incontro. Sono così stanco… Ma non posso rimanere sotto questa siepe, devo farmi vedere da lei. Devo farle capire che il suo ‘randagione’ ha sentito tanto la sua mancanza. Devo scusarmi per averla lasciata in pensiero, magari. Glielo devo. E poi.. e poi, le voglio bene.

“Forza Cico, dai! Alzati su queste quattro zampe e valle incontro! Fai questo sforzo. Guarda! Guarda, ti ha vist0! Skully si è messo a scodinzolare, ti ha riconosciuto anche lui!”

Ce l’ho fatta. Sono arrivato ai suoi piedi. Sento la sua voce che mi saluta triste. Sento la sua mano che mi sfiora dolcemente il pelo arruffato. Ha capito anche lei.
E quindi, si accuccia al mio fianco e mi tiene compagnia per un’ultima volta.

Grazie..

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